Nato nel 1922 e istituito con Regio Decreto l’anno successivo, è il più antico Parco nazionale d’Italia. In esso sono concentrati quasi tutti i caratteri che contraddistinguono l’Appennino centrale, compresi elementi di flora e fauna unici al mondo o ormai scomparsi nel resto della catena. Per i suoi ambienti naturali di rara bellezza attira oltre un milione di visitatori ogni anno.
Si estende su 50.500 ettari e interessa anche il Molise e il Lazio. Il settore abruzzese, che copre i tre quarti della superficie totale, è in provincia dell’Aquila e interessa i comuni di Alfedena, Barrea, Bisegna, Civitella Alfedena, Gioia dei Marsi, Lecce dei Marsi, Opi, Ortona dei Marsi, Pescasseroli, Scanno, Villavallelonga e Villetta Barrea.
Grandi groppe montuose, valloni aperti, gole impervie come quella della Foce di Barrea, anfiteatri rupestri di intenso fascino come quello della Camosciara, pianori erbosi circondati da pendici selvose come quelli delle Forme e dei Campitelli, estesi ghiaioni, rocce chiare e stratificate su cui si abbarbicano esemplari imponenti di pino nero, sono i variegati e mutevoli ambienti del Parco.
In questo scenario si inserisce una ricca e variegata vegetazione. Nei settori più bassi e assolati dominano aceri campestri, ornelli, carpini, roverelle, lecci, pruni, biancospini, rose selvatiche e rovi. Al livello del suolo le fioriture includono la scarpetta di Venere, l’iris marsica, il giglio rosso e numerose specie di orchidee selvatiche. Più in alto si trovano boschi di cerro e querce, meli selvatici, sorbi e altre caducifoglie di mezza montagna. Salendo verso le vette dominano incontrastate le faggete vetuste di recente divenute patrimonio dell’umanità dell’Unesco e che, dai 1.800-2.000 metri di altitudine, cedono il passo a bassi cespugli pulvinari di ginepro e di pino mugo che, a loro volta, si dissolvono nella prateria montana che ricopre le alte pendici.
La biodiversità del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, così ricca e varia per quanto riguarda il regno vegetale, non è da meno nel campo della vita animale. Tra i mammiferi che hanno reso famoso il Parco sono presenti oltre all’orso bruno marsicano, che è il simbolo del Parco, il lupo appenninico, il camoscio d’Abruzzo, il cervo, la lince, la volpe, il cinghiale, il tasso, la faina, la donnola e lo scoiattolo meridionale. Tra i volatili, oltre all’aquila, meritano una segnalazione la poiana, il gheppio, il falco pellegrino, il gufo reale, la civetta, il grifone e il rarissimo picchio dorso bianco.
Non solo natura: cuore del territorio è Pescasseroli, che offre un’ottima ricettività turistica. Un territorio ricco di storia, come testimoniano le necropoli italiche di Barrea e di Amplero, l’acropoli sannita di Alfedena, e gli accoglienti borghi di Bisegna, San Sebastiano, Gioia Vecchio, Opi, Villetta Barrea e Barrea con il loro lago, Civitella Alfedena, la solitaria Scontrone, la superba Scanno col suo splendido centro storico e le tradizioni d’artigianato artistico dell’oreficeria e dei merletti al tombolo.
Con oltre 150 itinerari escursionistici e una decina i sentieri-natura, il Parco offre possibilità di trekking e di escursione a piedi, a cavallo e in mountain bike quasi infinite. I laghi di Barrea e di Scanno sono perfetti per canoa e windsurf e ideali per il birdwatching e per belle passeggiate cicloturistiche.
Il Parco offre strutture didattiche come il Centro Rapaci di Barrea, le Aree Faunistiche del camoscio a Opi, del lupo e della lince a Civitella Alfedena, del camoscio a Bisegna, il Museo degli Insetti e l’Area Faunistica del capriolo a San Sebastiano.
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